Seo
SEO e virale: è nato prima l'uovo o la gallina?
3 Febbraio 2015
Chiaccherando con l’amico Matteo Bianconi ci siamo trovati a discutere di questo articolo di Mark Schaefer dove l’autore si pone alcune domande su SEO e contenuti virali.
What drives hero content? – Mark Schaefer
L’autore ha fatto delle osservazioni in base alla sua esperienza fatta con i tre post di maggiore successo del suo blog. Siamo così andati a cercare nella letteratura degli Antichi Greci, abbiamo chiesto a Pensiero Profondo (attendiamo ancora risposta), abbiamo interpellato perfino l’Oracolo del Sud, ma non siamo riusciti a trovare la risposta alla fatidica domanda: È nato prima l’uovo o la gallina?
Ovvero:
È la SEO che fa diventare un contenuto virale oppure è il contenuto virale che aiuta la SEO?
L’autore dell’articolo si chiede quale sia la relazione tra SEO e Content. Mark ci racconta che i suoi tre maggiori post di successo sono quelli per i quali non ha minimamente pensato ad una particolare ottimizzazione. Peggio, ci dice che sono probabilmente i post meno ottimizzati che abbia scritto.
Ma cosa è che rende questi post speciali?
Qualche indizio ce lo fornisce l’autore stesso:
- “Ho creato dei contenuti che sapevo la gente avrebbe apprezzato”;
- “Ho impiegato moltissimo tempo nella produzione di questi contenuti”;
- “I contenuti erano molto lunghi”;
I contenuti erano utili e interessanti.
Mark ammette di essersi ricreduto sul fatto che contenuti lunghi fossero noiosi per gli utenti: “Questi tre post non erano solamente i più popolari, erano anche i post più lunghi scritti durante l’anno”.
L’articolo per chi lavora nel campo SEO è una sorta di “scoperta dell’acqua calda”.
Ha ragione quando dice che i migliori pezzi sono quelli che ha scritto non pensando affatto alla SEO. Ma è ovvio, si è focalizzato meglio sulla qualità degli stessi.
Questo perchè:
La SEO aiuta l'indicizzazione, il contenuto ti posiziona
Mark asserisce che:
- Un contenuto virale non ha necessità di SEO;
- Il classico e sempreverde storytelling ha necessità di SEO;
- Per contenuti ordinari la SEO è di primaria importanza;
HHH and SEO diagram Mark Schaefer
Ciò che a mio avviso Mark non ha subito colto è la concorrenza.
Per sua natura Un ottimo contenuto ha bassa concorrenza. Quanti dei tuoi concorrenti spendono settimane a produrre un articolo, un video o un’infografica? Pochi probabilmente.
È più facile quindi che emerga sul Web, sia esso nelle SERP di Google o su altri canali. Un ottimo contenuto comincia in maniera del tutto naturale a innescare classici meccanismi di passaparola su tutti i canali. È così che diventa virale.
Un ottimo contenuto viene linkato da Blogger sparsi per il Web aumentando le visite e l’autorevolezza agli occhi di Google (conseguentemente stiamo facendo SEO).
Ricordi il motto di Google “Content is King”? Detto questi capisci come il Content Marketing è di primaria importanza al giorno d’oggi e che, se scrivi bene pensando al tuo pubblico, stai facendo SEO.
La SEO non è altro che un megafono che serve a dare maggiore voce ai contenuti. Per piccole nicchie con bassa concorrenza e in presenza di una buona produzione di contenuti la SEO è probabilmente meno importante (anche se vi ho già parlato di come senza accorgercene potremmo commettere grossi errori SEO).
La SEO è anche misurazione. Per capire in maniera precisa e puntuale i trend degli utenti e dei concorrenti, porre obiettivi di business importanti, orientare gli investimenti, occorre sempre una strategia seria e professionale altrimenti gli sforzi per produrre contenuti di rilievo rischiano di essere vani.
Quando il gioco si fa duro, quando i nostri competitor si trovano in varie parti del mondo, quando il mercato è molto competitivo, allora è lì che la sinergia tra contenuto e corretta indicizzazione dà i massimi risultati.
Images Credits: Mark Schaefer @ www.business2community.com
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