1 Ottobre 2020 - Seo

Migrazione SEO di un sito web: come non perdere traffico e posizioni

Migrazione sito web seo

Quando si decide di fare il restyling di un sito web, spesso si cade nell’errore di concentrare tutte le energie (e il budget) solo nell’ideazione di una nuova veste grafica. Magari vengono implementate nuove funzionalità, create nuove sezioni. Ma cosa succede al vecchio sito, ai contenuti e alle pagine già esistenti?

Il più delle volte, aspetti tecnici connessi a un restyling, come la migrazione delle vecchie pagine, vengono trascurati. Con quali conseguenze? Possibile calo nel posizionamento organico e perdita di traffico e visibilità sui motori di ricerca.

Migrazione di un sito web: cos'è

Cosa vuol dire migrare un sito web e perché è utile da un punto di vista SEO?

La migrazione di un sito web (o website migration) consiste nel reindirizzare automaticamente pagine non più esistenti o il cui indirizzo è cambiato verso le nuove.

Durante un restyling è possibile che si decida di cambiare l’architettura del sito, di rimuovere o aggiornare contenuti; di conseguenza la struttura degli url e gli indirizzi delle pagine potrebbero cambiare, passando ad esempio da:

A. www.miosito.it/vecchia-pagina a B. www.miosito.it/nuova-pagina

Cosa succederebbe se un utente avesse salvato tra i preferiti l’indirizzo A. o trovasse su Google una delle vecchie pagine ancora indicizzata? Al clic si troverebbe di fronte una pagina di errore 404.

Anche i motori di ricerca potrebbero essere disorientati da questo cambiamento, e col tempo tutte le pagine non più esistenti (che rispondono con uno status code 404) verrebbero rimosse dall’indice, senza alcuna garanzia che la pagina B. erediti il posizionamento ottenuto nel corso del tempo dalla pagina A.

Questa situazione va sicuramente evitata: perdere buona parte del traffico, organico e non, non è auspicabile per nessuna azienda.

Ecco quindi che, con una migrazione attenta è possibile:

  1. reindirizzare l’utente che, dopo aver cercato qualcosa sul motore di ricerca, ha trovato tra i risultati una vecchia pagina, verso la nuova, in maniera del tutto automatica.
  2. Segnalare ai motori di ricerca di trasferire alle nuove pagine il cosiddetto "juice" guadagnato, ereditando il posizionamento delle vecchie pagine. Queste ultime verranno quindi de-indicizzate a favore delle nuove.  

Quando ricorrere alla website migration

I casi più comuni in cui è necessario procedere a una migrazione sono:

  • passaggio dal protocollo http al protocollo https;
  • cambio del nome a dominio (www.vecchiosito.it diventa www.nuovosito.it);
  • modifica del top-level domain (www.miosito.it diventa www.miosito.com);
  • modifica di url;
  • accorpamento di pagine;
  • restyling/riprogettazione dell’intero sito web o di una o più sezioni;
  • cambio di CMS (es. Wordpress, Drupal, Magento, etc);
  • trasferimento verso un nuovo provider di hosting;
  • accorpamento di più domini in uno.

Le fasi da seguire per una corretta migrazione

La migrazione di un sito web richiede massima precisione e accuratezza

Il primo step consiste nella mappatura delle url che compongono il sito attuale e nella creazione di un documento dove indicare per ogni url quello che sarà il suo nuovo indirizzo.

È molto importante evitare reindirizzamenti di massa, ad esempio verso la nuova home page, e prevedere quindi delle regole di redirect di tipo one to one.

Una volta online è bene controllare che tutti i reindirizzamenti vadano a buon fine e che non si generino errori 404 o catene di redirect.

Il monitoraggio continua anche dopo l’online: rese attive le regole di redirect è bene monitorare i dati forniti da Google Search Console e da Google Analytics per poter fixare eventuali errori e sorvegliare l’andamento del traffico.

Un suggerimento utile a prevenire criticità in fase di go live, è quello di fare dei test pre-lancio su un ambiente di staging.

Migrazione e benefici SEO: 301 o 302?

Come abbiamo visto, le regole di reindirizzamento consentono di dirigere senza problemi il traffico da un url a un altro. Sono essenziali per prevenire gli errori 404 e continuare a garantire buone performance sui motori di ricerca.

Una migrazione precisa e puntuale è essenziale, in ottica SEO, sia per condurre gli utenti al nuovo indirizzo in modo fluido sia per ereditare e mantenere il posizionamento guadagnato dalle vecchie pagine.

Per fare ciò, è bene utilizzare le regole giuste in termini di redirect. Spesso, infatti, si tende a confondere il reindirizzamento 301 e il 302. 

Anche se il reindirizzamento 301 e il reindirizzamento 302 sembrano funzionare esattamente allo stesso modo, conducendo l'utente dalla vecchia alla nuova pagina, non hanno la stessa funzione e non vengono interpretati allo stesso modo dai motori di ricerca. Questi ultimi, infatti, gestiscono le due tipologie in maniera diversa.

Il reindirizzamento 301 comunica al motore di ricerca che la pagina è stata definitivamente spostata in una nuova posizione e li invita a sostituire quella vecchia con quella nuova, in maniera permanente. Il reindirizzamento 302, invece, comunica che lo spostamento è soltanto temporaneo.

Di base, il reindirizzamento 302 non è la scelta corretta, quando si deve migrare un sito web, dal momento che attraverso questa istruzione gli url da reindirizzare non vengono rimossi dall’indice di Google e non viene trasferito link juice verso le nuove pagine.

Ora che conosci i vantaggi di una corretta migrazione dei siti web, potrai salvaguardare perdite di traffico e cali di ranking.

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