18 Maggio 2016 - Design & Development
Giornata Internazionale dei Musei: quando condividere fa cultura
Custodire tesori di inestimabile bellezza e valore e tenerli quasi nascosti. È il colmo, no?
Il pensar comune che vede museo=noia è ancora molto diffuso nonostante le numerose iniziative messe in atto negli ultimi anni, volte a diffondere una sempre maggiore cultura legata alle visite museali. Il museo non dev’essere considerato solo un contenitore di cultura, ma un luogo in cui la cultura vive e interagisce con chi ne entra in contatto.
Nascono così musei sempre più “social”, quelli che sfruttano ogni mezzo digitale e che offrono al visitatore un’esperienza nell’arte a 360°. Le tradizionali audio-guide sono affiancate da dispositivi mobili e totem touchscreen, oltre che dalle più innovative tecniche legate al mondo della Realtà Aumentata.
Vivere l’arte, diventarne protagonisti, apprezzare quel che è il nostro passato ritrovandolo nel nostro presente. Siamo pronti? Di certo la tecnologia ci sta dando una mano!
Magnus, lo Shazam delle opere d'arte
Da qualche settimana è stata presentata Magnus, l’app che ti svela l’identità di un’opera d’arte. Il funzionamento ricorda quello di Shazam, app per il riconoscimento di brani musicali. Nel suo caso, basterà inquadrare l’opera di cui si desiderano le informazioni e in pochi secondi saranno mostrate quelle relative alla sua storia, all’autore, sino ad arrivare al prezzo di vendita e/o al suo valore.
Magnus, realizzata dal trentunenne tedesco Magnus Resch, attualmente contiene informazioni per 8 milioni di opere basandosi sul concetto di crowdsourcing.
Google Art Camera
Per dare supporto al suo obiettivo di rendere la cultura accessibile a tutti in qualsiasi luogo ci si trovi e di preservare le opere dal passare del tempo, Google Cultural Institute ha creato Art Camera. Si tratta di una funzionalità messa a disposizione di musei ed istituti e attraverso la quale è possibile scansionare ad alta risoluzione quadri, documenti e reperti storici.
Marzia Niccolai, technical program manager, ha assicurato non solo la facilità di utilizzo della macchina che necessita solo di poche istruzioni per procedere in autonomia all’acquisizione dei dati, ma anche dei tempi rapidi di esecuzione. A differenza del passato, in cui occorreva anche un intero giorno, adesso bastano solo 30 minuti per opere larghe sino ad un metro.
Ad oggi si contano 20 unità dell’Art Camera distribuite in tutto il mondo, dal Brasile passando per l’India arrivando sino al Giappone. Potete dare un’occhiata alle opere già disponibili visitando le pagine del Cultural Institute.
Rapporto tra Social e Arte
C’è chi ha fatto dell’applicazione al settore dei beni culturali delle nuove forme di comunicazione partecipata e della multimedialità il punto di partenza di un manifesto. Sono le Invasioni Digitali che ci credono con tutta la forza possibile; credono alla possibilità di una trasformazione radicale che preveda la fruizione del patrimonio culturale oltre ogni confine fisico. Perché darsi appuntamento in un luogo d’interesse, condividere dati e immagini attraverso i social network e il Web tutto sono attività in grado di accrescere il valore della cultura.
Dal 2014 poi, grazie al decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, è possibile scattare liberamente foto nei musei per uso personale senza scopo di lucro. Così non ci sono scuse per non condividere i nostri momenti culturali, magari con un #museumselfie
Del resto, se ogni fruitore dell’arte iniziasse ad entrare nell’ottica di condividere in Rete le proprie esperienze culturali sfruttando queste ed altre tecnologie, non sarà forse possibile arrivare ad avere un tessuto ricco di conoscenza e arte accessibile anche a chi generalmente non ne ha la possibilità?
Noi di IM*MEDIA ce lo auguriamo!
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