5 Novembre 2014 - Digital

Editoria, cartaceo vs online... o sinergia? [Intervista a Quattro]

editoria vs digitale

Le nuove tecnologie si stanno diffondendo di anno in anno e così cambiano i dispositivi mobile, i mezzi di comunicazione e addirittura il modo di comunicare. I primi a farne i conti sono probabilmente tutti coloro che lavorano nell’informazione, un settore che più di tutti deve interpretare le logiche del “nuovo mondo”, in modo da poter garantire il massimo agli utenti e lettori, sia in termine di qualità che di quantità delle notizie. Dal Rapporto sull’industria dei quotidiani in Italia, realizzato dall’Associazione Stampatori Italiana Giornali (ASIG) e dall’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione, emergono diversi dati interessanti, come il fatto che il digitale abbia registrato una diffusione del +72% rispetto al 2013.

Nell’era dell’immediatezza e dei social, quali sono dunque i fattori che l’editoria non può esimersi dall’osservare? Il cartaceo è un nemico del digitale oppure bisogna rivedere questo rapporto privilegiando uno scambio sinergico? Cosa può esserci oltre l’informazione? IM*MEDIA ne ha parlato con quattro giornalisti chiamati questa volta ad essere “opinionisti” d’eccezione. Si tratta di: Marco Castelnuovo, Capo redattore Politica/Interni presso La Stampa; Marta Serafini, giornalista del Corriere della Sera; Federico Ferrazza, Vicedirettore di Wired Italia; Giovanni Pepi, condirettore responsabile del Giornale di Sicilia.

editoria vs digitale

Ecco l’intervista a quattro:

Un giornale - mensile o quotidiano - può sopravvivere senza essere anche online?

M. Castelnuovo: Sì, un mensile più di un quotidiano probabilmente. Non essendo legato alle breaking news può reggere online. Sono pubblici diversi, in fondo. Certo perdere una vetrina preziosa come quella di internet non mi pare essere una mossa azzeccata nel 2014. Ma meglio non avere nulla che avere un sito vecchio, fermo e rabberciato.

M. Serafini: Secondo gli ultimi dati Agcom, il 40 per cento degli italiani si informa in rete…viene da sé che esserci è fondamentale se si vuole fare informazione. Anche un mensile o una rivisita dai contenuti esclusivi non possono prescindere dalla presenza in rete, fosse anche solo come vetrina. Stesso discorso per la presenza sui social network.

F. Ferrazza: Dipende dal modello di business. In generale direi di no, però non è da escludere che ci siano brand/giornali che possano sopravvivere anche solo con la carta. A livello di sistema, mi pare evidente che i giornali e l’informazione (ovviamente cosa diversa dai giornali) saranno per lo più online e in particolare mobile nei prossimi anni. E quindi il sostentamento economico non potrà fare a meno di pensare a modelli remunerativi su questa piattaforma.

G. Pepi: Difficile, molto difficile, fare ipotesi sul futuro. Io  mi ritrovo nell’affermazione del parlamentare inglese che diceva: “Impossibile fare ipotesi sul futuro. È difficile farne sul passato”. Parlando con i miei lettori, vedo che la carta stampata resiste perché incrocia abitudini, culture, valori, e, perché no, amori. Conserva uno zoccolo duro di nostalgici. Ma ha perso spinta propulsiva. Negli anni ’60 per i giovani, il giornale sotto il braccio era uno status symbol, oggi questa funzione è svolta da smartphone e tablet. Mi succede spesso di incontrare ventenni e trentenni, per esempio, che leggono il Giornale di Sicilia solo da quando questo ha un sito internet. Sopravviveremo senza il sito? Chi può dirlo? Le mode e gli amori cambiano. Ma una cosa è certa. Fuori dal mondo online vivremmo malissimo il nostro tempo.

Nel sito di una realtà editoriale cosa non può mancare?

M. Castelnuovo: I link. Semplice e paradossale. I siti, specie quelli di informazione italiani, oggi hanno ancora paura a segnalare i llink esterni. Invece, a mio modo di vedere, un media sarà vincente sul web quanto più sarà IL media. Colui che screma, segnala, avverte. Anche su contributi non propri. La porta di ingresso di una informazione più larga.

M. Serafini: Difficile trovare una regola. Verrebbe da dire: non possono mancare le notizie. Poi, la possibilità di condividere i contenuti. Da non dimenticare dunque i share button (i bottoni che rimandano alle bacheche social).

F. Ferrazza: Oggi non possono mancare tre cose, prima delle altre. Una forte integrazione con i social; un sito responsive, che si adatti ai vari schermi con cui oggi si consultano le pagine web; una forte sezione video, il settore che sta maggiormente crescendo dal punto di vista adv.

G. Pepi: Uno spazio in cui si realizzi un dialogo forte con chi legge, sente e vede le cose del sito. Oggi ogni sito ha opportunità straordinarie per sapere che cosa i suoi lettori (o naviganti) vogliono leggere e vedere. Guai a non assecondare questa domanda di confronto e di dialogo.

Qual è il futuro dell'editoria? Il confronto tra online e cartaceo farà nascere nuove sinergie o "vincerà" il primo sul secondo?

M. Castelnuovo: Vincerà il primo, alla lunga. Che perderà però in confronto con il mobile che è tutta un’altra cosa, rispetto all’online desktop e che a sua volta si divide tra smartphone e tablet. Nella “catena alimentare” dell’editoria, sarà il mobile che nutre il desktop che nutre la carta. Non il contrario come avviene ancora oggi.

M. Serafini: Se la carta vuole sopravvivere inevitabilmente deve confrontarsi con l’online e rivedere la sua impostazione, quindi puntare più sull’approfondimento e sulle esclusive. Ma lo stesso discorso vale al contrario: troppo spesso ancora l’informazione online, a ragione, viene percepita come di scarsa qualità. Questo perché la maggior parte degli editori non ha capito che deve potenziare le redazioni web e riorganizzarle integrandole con quelle della carta.

F. Ferrazza: Domanda da un miliardo di dollari! Nel medio periodo credo che online e cartaceo conviveranno e si completeranno. È evidente che l’informazione digitale farà la parte del leone nei prossimi anni, soprattutto dal punto di vista della quantità. Non è detto che alla fine della fase di trasformazione che stiamo vivendo gli editori tradizionali ne usciranno vivi e con le stesse properties con cui sono entrati.

G. Pepi: Farà nascere sinergie, questo è certo. Oggi l’informazione o riesce a essere multimediale o non è. Da qui la nostra scelta di investire nel tempo e creare nuovi soggetti. Abbiamo sempre rinnovato il giornale cartaceo nella grafica e nei contenuti. Ma gli abbiamo messo accanto una televisione prima, poi una radio, poi un sito internet. Abbiamo così creato un polo multimediale

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